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Dicono di me

Rocco Schifano / Dicono di me
Foto Rocco Schifano

La mia biografia

Nasco in un piccolo paese del Sud Italia nel ’66; ora vivo e lavoro in Valle D’Itria (Puglia). Da salentino doc e con una certa sensibilità artistica, ho sempre sentito dentro lo spirito dell’antica Grecia: la grazia, l’armonia, la sensualità, la saggezza, la forza del mito. Mi diplomo al Liceo Artistico di Lecce, dove frequento poi l’Accademia delle Belle Arti con indirizzo pittura. Dopo anni di attività ed esperienza pittorica, con tutta una serie di mostre collettive e personali, un giorno, osservando un’opera in pietra ne sono rimasto attratto al punto da intraprendere una nuova strada, quella della scultura. Ed è così che inizia questa mia nuova esperienza. Intanto il colore mi veniva a mancare, così ebbi l’idea di sperimentare la ceramica: avevo la tridimensionalità della forma e al tempo stesso tutte le sfumature del colore.

Attualmente la mia attività artistica comprende ceramica, pietra, pittura e installazioni, ma non solo. Collaboro con studi di architettura ed interior design, lavorando anche su progetti elaborati dai miei clienti. Appliques, tavoli, bassorilievi, figure a tutto tondo, camini ed altri oggetti e complementi d’arredo hanno contribuito a creare atmosfere accoglienti in strutture come relais e agriturismi, così come in tante abitazioni private. Nella forma ritengo fondamentali l’originalità e l’armonia così come grazia e forza al tempo stesso. Insieme col colore, essa, mi da’ modo di esprimere tutta la sensualità della vita che anima ogni cosa.

Apollineo e Dionisiaco https://www.roccoschifano.it/chi-sono/ rappresentano per me, per la mia arte, due realtà fondamentali, dalle quali mi nutro e che considero realtà di un’unico fluire. La pittura astratta mi da’ la possibilità di esprimermi molto liberamente, attingendo dalle mie profondità senza costrizioni educative. Amo aprirmi al sentimento del bello… (Rocco Schifano)

L'intervista con Elena Gollini

D: Una riflessione sul concetto di arte moderna e contemporanea.

R: Da ogni crisi profonda può avvenire una crescita, come nel caso dell’arte moderna che ha poi portato all’arte contemporanea. Crescita in quanto assistiamo ad un’evoluzione, direi, nel mondo dell’arte, e naturalmente della vita: il respiro si fa più ampio.

Si ribalta totalmente il concetto dell’arte che limitava l’artista entro canoni restrittivi, limitandone e bloccandone l’espressione di profonde energie che ora invece urgono di essere espresse; è la sua soggettività, il suo mondo emozionale intriso delle sue paure e dei suoi disagi ad essere ora il centro dell’espressione artistica, non più il dato oggettivo.

Si snatura quindi la realtà e il colore, inteso naturalisticamente; sempre di più, fino alla totale distruzione della forma nell’arte contemporanea. Ora i mezzi a disposizione dell’artista sono tra i più svariati. Si va dalle installazioni alla performance, al teatro; dalla fotografia al digitale.

Vige una libertà assoluta che non tiene più conto di nulla se non del profondo sentimento dell’artista. Si sperimentano e si utilizzano sempre più nuovi materiali, la cui ricerca viene esasperata fino all’inverosimile, e nuovi modi di dipingere, e ogni oggetto diventa un’opera d’arte.

L’arte rischia però di trasformarsi in una sterile sperimentazione fine a se stessa, perdendo il suo profondo senso poetico. Infatti parte del contenuto artistico e’ stato degradato e distrutto.

Quindi se da un lato l’arte contemporanea permette di viversi in tutti gli aspetti profondi dell’essere umano, dall’altro c’e’ un rischio, quello di conformarsi e di distruggere il suo scopo e l’alto e profondo senso poetico.

 

D: Hai un’artista del passato a cui senti di ispirarti nel fare arte?

R: Dico che ognuno ha dentro l’infinito o meglio, è l’infinito. Spaziando liberamente all’interno di me stesso, ovvero dell’infinito, posso incontrare qualsiasi artista o visione o modalità di dipingere, che sono anche le mie, naturalmente esprimendomi col mio unico modo d’essere che mi contraddistingue.

Dirò di più: visto che l’infinito è appunto infinito, ognuno può incontrare o sintonizzarsi e fare proprie cose che non sono ancora state mai conosciute e sperimentate.

D: Come valuti l’espressione artistica astratta e informale? Come ti qualifichi nel tuo stile creativo?

R: Attribuisco un’enorme valore alle due espressioni artistiche astratta e informale.Non essere costretti nella forma e dalla forma può dare un grande senso di libertà: libertà di esternare se stessi a 360 gradi esprimendo tutte quelle energie, quei sentimenti più sottili e meno consapevoli che non vengono espressi quando c’è l’idea o il pensiero di una forma limitante.

Potrei associare la forma nell’arte alla forma nell’educazione: più una persona è “educata” (inteso in senso prettamente formale e non come gentilezza d’animo), è più gli sfuggono quelle energie sottili e profonde che lo animano, o perlomeno ne impedisce l’espressione.

E penso quindi che ogni verità espressa dall’artista che si rifà all’astratto o all’informale si carichi di molti più elementi ed esprima più potenza. Questo solo quando l’espressione artistica è vera, altrimenti c’è il rischio di conformarsi come accade spesso e di rendere tutto sterile e vuoto.

Sicuramente il mio stile creativo e’ molto vicino all’espressionismo astratto. Quello che conta nella mia arte è il colore, che può esprimere l’infinito…io esprimo la sensualità della vita che anima ogni cosa; la sessualità, così negata nelle diverse culture religiose, la cui energia umiliata e stuprata, si distorce poi in forme malsane portando alle società che ben conosciamo; l’aggressività, intesa nella sua accezione positiva che vuol dire andare verso, fuori, vivere, penetrare la vita; l’armonia; l’eleganza.

Insomma, in due parole, esprimo la danza della vita al di la di ogni restrizione e interpretazione moralistiche che vogliono l’individuo e la vita stessa impacchettati… il colore è la forza prorompente che si prende beffe di ogni morale.

Apollineo e Dionisiaco sono le due realtà che animano la mia arte, realtà di un’unico fluire.

 

D: Quali sono i progetti artistici che stai pianificando e portando avanti nel 2018?

R: I miei progetti sono tanti… ho tantissime idee da mettere in pratica che vanno dal design nell’arredamento, con la sperimentazione di nuove forme e nuovi materiali, alla scultura, alla pittura.

Voglio realizzare ed esprimere una serie di concetti, visioni del mondo e sul mondo, dare del materiale su cui riflettere…voglio gettare dei buoni e fertili semi. Ho tantissimi progetti.

Ilaria DI Vaio per Rocco Schifano
#CRUMBOFYOU
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Un'amore a prima vista

"Ho amato da subito i suoi quadri. Rocco Schifano esprime la sua interiorità, la sua passione, la sua visione in maniera davvero coinvolgente, attraverso molti materiali. Ma nei suoi quadri, nella scelta dei colori, in quei colpi netti di colore, i miei occhi hanno trovato subito interesse. La sua arte esprime energie, spesso bandite, che tornano ad essere protagoniste. Questo perché Rocco sa comunicarle, valorizzando la loro bellezza, la loro intrinseca positività. Questo accade a chi si apre al bello, a chi ama ascoltarlo e osservarlo, sempre e comunque. E questo è quanto viene donato a chi ha il piacere di osservare quanto l'artista crea."

Ilaria Di Vaio
Influencer
Casualità e arte

"Una conoscenza casuale di questa estate che si è rivelata davvero proficua. Oggi che stiamo per montare le ultime lampade da esterno per la nostra lamia e quelle del cono interno del trullo siamo grati per il bel lavoro: è quello che volevamo, semplice, elegante ed essenziale. Contiamo di risentirci presto per la seconda lamia che dobbiamo ristrutturare."

Stefano Petrocchi
Fiducia e stima

"Da 15 anni in Valle d'Itria, agro di Ostuni, ho acquistato una piccola villa che ho subito chiamato la "Prua". In Valle d'Itria conosco subito Rocco Schifano, uomo elegante, artista profondo, creativo nella pietra, nella pittura, nella ceramica.  Ci siamo subito stimati allora come ci stimiamo oggi. Di qui sono nate le nostre "Prue" in pietra - quelle delle navi romane – forse per distinguerci da altri portafiori pugliesi, ma certamente per affermare che in qualsiasi arte, professione o mestiere occorre sempre la Prua al mare: cioè all'infinito di noi stessi! "

Giuliano Fago Golfarelli