D: Una riflessione sul concetto di arte moderna e contemporanea.
R: Da ogni crisi profonda può avvenire una crescita, come nel caso dell’arte moderna che ha poi portato all’arte contemporanea. Crescita in quanto assistiamo ad un’evoluzione, direi, nel mondo dell’arte, e naturalmente della vita: il respiro si fa più ampio.
Si ribalta totalmente il concetto dell’arte che limitava l’artista entro canoni restrittivi, limitandone e bloccandone l’espressione di profonde energie che ora invece urgono di essere espresse; è la sua soggettività, il suo mondo emozionale intriso delle sue paure e dei suoi disagi ad essere ora il centro dell’espressione artistica, non più il dato oggettivo.
Si snatura quindi la realtà e il colore, inteso naturalisticamente; sempre di più, fino alla totale distruzione della forma nell’arte contemporanea. Ora i mezzi a disposizione dell’artista sono tra i più svariati. Si va dalle installazioni alla performance, al teatro; dalla fotografia al digitale.
Vige una libertà assoluta che non tiene più conto di nulla se non del profondo sentimento dell’artista. Si sperimentano e si utilizzano sempre più nuovi materiali, la cui ricerca viene esasperata fino all’inverosimile, e nuovi modi di dipingere, e ogni oggetto diventa un’opera d’arte.
L’arte rischia però di trasformarsi in una sterile sperimentazione fine a se stessa, perdendo il suo profondo senso poetico. Infatti parte del contenuto artistico e’ stato degradato e distrutto.
Quindi se da un lato l’arte contemporanea permette di viversi in tutti gli aspetti profondi dell’essere umano, dall’altro c’e’ un rischio, quello di conformarsi e di distruggere il suo scopo e l’alto e profondo senso poetico.
D: Hai un’artista del passato a cui senti di ispirarti nel fare arte?
R: Dico che ognuno ha dentro l’infinito o meglio, è l’infinito. Spaziando liberamente all’interno di me stesso, ovvero dell’infinito, posso incontrare qualsiasi artista o visione o modalità di dipingere, che sono anche le mie, naturalmente esprimendomi col mio unico modo d’essere che mi contraddistingue.
Dirò di più: visto che l’infinito è appunto infinito, ognuno può incontrare o sintonizzarsi e fare proprie cose che non sono ancora state mai conosciute e sperimentate.